Livello di melodramma inaspettato.

Il piano anti-Godzilla richiede un po’ troppa sospensione dell’incredulità: che è dir molto, in un film che ruota intorno a un gigalucertolone postatomico.

Amo i film, come questo, con le sequenze d’azione ben delimitate, senza quell’ossessione hollywoodiana recente per la frenesia continua (siamo noi a dover tenere a bada il nostro deficit di attenzione, non i film).

Avrei amato anche un film senza Godzilla: solo 90 minuti su quella famiglia improvvisata nella Tōkyō postbellica.

Voto 7.