Premessa: credo di capire le ragioni per cui ə politicə (o chi per loro) usano le espressioni retoriche di cui scrivo sotto. Anche se non trovo queste ragioni sufficienti, so che la scena pubblica è una cosa dura e che io la non conosco.
Detto questo.
Lo fanno, forse, più gli americani che gli italiani. Trump, a memoria, lo faceva di continuo. Il politico, il presentatore, il chiunque di turno che, davanti al pubblico dello stato x o della città y dice:
- ho un particolare legame con x
- x è uno dei miei posti preferiti
- x è uno degli stati più generosi / accoglienti
- x si distingue sempre per z
- y è una delle mie città preferite
- i cittadini di y sono i più q
Ecco, in ciascuno di questi casi, se fossi il giornalista che intervista questa persona a margine dell’evento (o se fossi con lui / lei sul palco! Pensa che godimento sul palco!), vorrei tantissimo chiederle: «E mi dica, quali sono gli stati che invece non preferisce? Con quali non ha un legame particolare? Quali sono quelli meno accoglienti di x? Chi invece, in termini di z, è nella norma?».
Lo so, non avrebbe senso, e so bene che è retorica.
Eppure come vorrei.