Cinque ragioni per cui credo sia una cosa bella e utile stilare classifiche, specie per cose triviali come i libri, i film, i dischi, le vacanze, le città:
- È divertente confrontarsi o arrabbiarsi con gli altri: le classifiche alimentano le discussioni
- Di conseguenza, le classifiche ti costringono a fare mente locale e ti insegnano a raffinare le argomentazioni con cui difendi le tue scelte
- Le classifiche possono essere aggiornate, riviste, sconfessate. Ogni volta che lo fai, hai dovuto ripensarci e hai capito qualcosa in più
- Le classifiche ti dicono qualcosa di te o del tuo passato. Quando sei laceratə su cosa mettere in cima o ti chiedi cosa avessi in testa a vent’anni, quella è una buona occasione per capire cosa ti piace e perché
- Ma soprattutto, e questa ragione di per sé da sola basterebbe, le classifiche sono un’occasione impareggiabile e innocua per allenarsi a prendere decisioni
Tuttə prendiamo decisioni, tutti i giorni, continuamente. Decisioni nel complesso irrilevanti (cosa ordinare al ristorante) oppure ben più significative. Anche non scegliere, come si dice sempre con una certa stucchevolezza in questi casi, è una scelta.
Ecco, le classifiche ti costringono a decidere, a sbilanciarti, a esporti, a comprometterti. Spesso con conseguenze ridicole ma molto concrete e riconoscibili, come una litigata con gli amici o un po’ di vergogna quando ti tocca difendere il tuo amore per quel film là. E diventano quindi anche l’occasione per valutare le scelte a posteriori, rivalutarle, diventare più saggiə e un filo più coraggiosə.
Sono l’occasione per osservarti mentre decidi, mentre soffri perché nella casella più alta può stare un libro solo e tu ne vorresti mettere almeno dieci. Sono quel brivido quando alla fine ti butti, sapendo che un po’ te ne pentirai ma che hai preso posizione, l’hai detto o l’hai scritto, da qui si riparte, evviva.